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Un viaggio nel viaggio, quello di Destinazione immaginario. Viaggio in treno nell’universo simbolico della ferrovia (Equinozi), che dopo il Festival dell’Autobiografia di Anghiari (Arezzo, 31 agosto), ha toccato Pietrarsa (Napoli), Siena, Genova e Pineto (Teramo).

Al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa (Napoli), ho portato il mio libro nell’ambito delle manifestazioni per il centottantesimo anniversario della prima ferrovia in Italia (linea Napoli – Portici, 3 ottobre 1839).  Pietrarsa è il luogo della memoria non solo delle ferrovie, ma di un pezzo di storia del nostro Paese e di moltissime storie di lavoro e di vita. Perché la storia, come ci ricorda Paolo Rumiz, non l’ha fatta l’aereo, ma il treno.

Il 15 ottobre è stata quindi la volta di Siena, in un ambiente per altri versi grondante di storia e di cultura: la Biblioteca storica comunale degli Intronati.  La presentazione del libro è stata curata dal presidente della Biblioteca stessa, Raffaele Ascheri, e dal professor Stefano Maggi, che ha firmato la prefazione.

Al Dopolavoro Ferroviario di Genova sono tornato a giocare in casa (vivo a Roma, ma Genova è la mia città) l’11 novembre, ospite della nuova ed encomiabile associazione culturale “Lo scoglio dell’Albatros”. Sotto la guida della presidente Rosaria Augello, il DLF della Superba sta diventando una risorsa di rilievo nel panorama sociale e culturale della città.

L’ultima tappa (direi meglio: l’ultima stazione) del libro è stata quella di Pineto, splendida località della costiera teramana, dove il 29 novembre 2019 ho presentato l’opera nel bistròbottega Bonassì, nel corso di un aperitivo letterario. A introdurre l’incontro ci ha pensato Renzo Gallerati, già sindaco del vicino comune di Montesilvano e tra i fondatori del Museo del Treno realizzato nella stazione di quella cittadina.

Recensione Destinazione Immaginario di Giorgio Macario.

La recensione di Raffaele Ascheri:

UN LIBRO (DA NON PERDERE) SUL TRENO

Chi scrive, ama viaggiare in treno (ovviamente se facesse il pendolare su qualche tratta, il passo dalla poesia alla prosa sarebbe breve); quindi ha letto con grande interesse e piacere il libro che martedì (Sala storica, ore 17,30) sarà presentato in Comunale: “Destinazione immaginario – Viaggio in treno nell’universo simbolico della ferrovia”, del brillante e documentato Roberto Scanarotti (Equinozi, 14 euro); un excursus su questi due secoli (quasi) di vita ferroviaria, fra Storia, Letteratura, Cinema, aspetti sociologici, economici, antropologici e via dicendo.

Leggendo la prima parte, annotando quali fior di detrattori poteva annoverare il treno (da Dickens, a Flaubert a Tolstoj, giusto per limitarsi ad un tris), oltre alla Chiesa cattolica, c’è da riflettere; così come su un altro dato, davvero stimolante: oggi il treno è considerato – nell’immaginario collettivo -, il mezzo ecologico per eccellenza (non si dice sempre che andrebbe potenziata la rotaia, rispetto alla gomma?); ebbene, nella prima metà dell’Ottocento (in parte anche nella seconda), il treno era visto come una incombente minaccia all’edenico status quo paesaggistico. Come cambiano le cose, eh…

Due suggerimenti, fra i tanti proposti dal libro: il romanzo di E. Zola – figlio di ingegnere ferroviario – intitolato “La bestia umana” (1890), capace di descrivere con acume la vita dei ferrovieri francesi al declinare del XIX secolo; e poi – essendone anche fresco di terza o quarta visione – “Il ferroviere” (1956), diretto ed interpretato dal grandissimo Pietro Germi (film che non piacque troppo al mondo ferroviario, giacché presentava un protagonista politicamente non corretto, nonché sul filo dell’alcolismo).

Il libro (Pag. 172, € 14,00 ) può essere ordinato in libreria,  all’editore o acquistato sul portale della Fondazione FS.

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